Questa mattina sono scesa con il piede storto. Una piccola discussione in famiglia e di colpo sembra di vedere tutto nero. Deve essere una prerogativa di noi donne (almeno così assicurano i maschi di casa) creare abissi dove c’è una semplice pozzanghera. Pare che sia dovuto a questa cosa degli sbalzi ormonali (stress pre ciclo, stress da ciclo, stress post ciclo – così sostengono i maschi di casa). Fatto sta che a volte, lo ammetto, tendo ad ingigantire impercettibili incomprensioni e a farmi così sopraffare dai pensieri negativi. E non serve che arrivino in coro i maschi di casa a dirmelo, me ne rendo perfettamente conto da sola.

Questa mattina sono scesa e ho scritto un post di getto, senza troppo pensare. Poi l’ho riletto e mi sono resa conto che non ero io, o almeno non ero quella che vorrei essere. Così l’ho riscritto una seconda volta, cambiando la prospettiva. Essere donna è cosa complicata: la continua ricerca di un equilibrio e la sensazione sbagliata di dover sempre risolvere tutto, questo ci rende fragili nella nostra complessità (non per sminuire i maschi di casa). Quando mi dicono che dovrei essere più severa con la mia Princi penso sempre che riempirla d’amore è la cosa più severa che io possa fare per aiutarla a diventare un’adulta responsabile. Perchè la renderà profonda e complicata, ma certamente straordinaria; la renderà combattiva e gentile, ed anche un po’ folle nella sua empatia. Tutto il resto verrà da sè. Detto ciò, io ho già dato. Ora ho raggiunto l’età in cui non dovresti più farti paranoie inutili, semplicemente svuotare la mente e cercare la semplicità nelle cose e nei sentimenti. Come fotografare un fiore e renderti conto che la tua giornata non è poi così pesante, che la leggerezza ti salverà.

Photo  – Manuela Occhetti Design Therapy

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