Nel precedente articolo in collaborazione con ARISTON abbiamo parlato di come effettuare al meglio la scelta della caldaia e sfatato una serie di falsi miti in merito alla sostituzione della vecchia caldaia tradizionale con una più moderna a condensazione. Valutati attentamente costi/benefici, è parso indubbio che l’ago della bilancia pendesse decisamente verso una (buona) caldaia a condensazione. Detto ciò, una volta scelta la caldaia per la nostra casa non possiamo certo dimenticarci della sua esistenza. Al contrario è fondamentale effettuare periodicamente la manutenzione della stessa.


Il periodo migliore: la fine della Primavera


Iniziamo col dire che (seppur non esista per legge alcun obbligo come nel caso della verifca fumi, obbligatoria ogni due anni) la caldaia andrebbe comunque revisionata ogni anno, requisito fondamentale per controllarne il corretto funzionamento ed evitare così spiacevoli conseguenze. In ogni caso, onde evitare dubbi, è sempre bene far riferimento al libretto d’istruzioni fornito dal produttore dove vengono indicati i corretti intervalli di manutenzione della caldaia. Detto questo, quando pensare alla revisione dell’impianto? Il periodo migliore è fine  Primavera – inizio Estate, con un ragionevole anticipo sulla rimessa in funzione. (Con il freddo ed il tempo uggioso che pare non abbandonarci, se vivi al nord come me quindi non ti preoccupare… sei assolutamente in tempo :D). Questo non è certo un dogma, ma il buon senso ci consiglia di metterci all’opera in anticipo sulla ripartenza dell’impianto, onde verificare con calma che tutto sia a posto e poter di conseguenza procedere con le dovute riparazioni se necessarie. E se non me ne occupo?


Quali sono i rischi di una mancata revisione?


I pericoli che si corrono, in caso di mancata revisione e verifca dei fumi, non sono certo trascurabili. La fuoriuscita di gas è fra questi: essa è pericolosa per la salute, sia in termini di intossicazione (dovuta ad inalazione di grandi quantità di gas) quanto di pericolo esplosione. Oltre all’intossicazione da gas, altro rischio che si corre è quello della formazione di monossido di carbonio con conseguente avvelenamento fino anche alla morte. Questo gas è particolarmente pericoloso perchè inodore, incolore, insapore e non irritante: esso si produce con qualsiasi tipo di combustibile, a causa della combustione in assenza di ossigeno. Infine, in caso di particolare trascuratezza dell’impianto, un corto-circuito potrebbe provocare incendi del combustibile e fulminazioni. 

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